Top 10 similar words or synonyms for perlecano

collageno    0.764665

protoporfirina    0.754047

evangelistarion    0.699221

rhgf    0.685006

ergänzungen    0.684549

dipeptidil    0.683254

talok    0.683054

cah    0.679883

topoisomerasi    0.668834

purg    0.668338

Top 30 analogous words or synonyms for perlecano

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Tonaca intima La membrana basale si presenta come un sottile strato poroso, spesso circa 50 nm. Alla osservazione al microscopio elettronico dopo fissaggio con sostanze chimiche, in essa si riconoscono due strati, una zona interna poco densa (la lamina rara) e una zona esterna più densa (la lamina densa), mentre dopo criofissaggio essa appare come un unico strato denso e omogeneo, per cui l'aspetto bilaminare è attualmente ritenuto un artefatto. L'impalcatura fondamentale della membrana basale è costituita da due reti indipendenti, ma strettamente unite l'una all'altra, formate dal collageno non fibrillare di tipo IV ("collageno laminare") e dalla glicoproteina laminina. Il collageno di tipo IV è una molecola lunga (∼2,000 Å) e flessibile, che si orienta parallelamente alla superficie, mentre la laminina è una voluminosa molecola (∼900 kDa) a forma di croce latina. Soltanto la rete della laminina è connessa direttamente alla membrana plasmatica delle cellule endoteliali, sulla quale si trovano specifici recettori integrinici. La formazione della rete di laminina richiede il legame del braccio lungo della laminina con le rispettive integrine endoteliali, seguito dalla spontanea formazione di legami tra i tre bracci corti delle molecole di laminina. Della membrana basale fanno parte anche altre proteine, in particolare la glicoproteina entactina/nidogeno, l'eparansolfato-proteoglicano perlecano e altri tipi di collageno: VII ("collageno di ancoraggio" che lega il collageno IV alle sottostanti fibre reticolari della matrice extracellulare), VIII, XV e XVIII. Il perlecano (∼450 kDa), un proteoglicano con tre catene di eparansolfato, e il nidogeno (∼150 kDa) legano sia il collageno IV che la laminina, stabilizzando e rinforzando l'impalcatura della doppia rete della membrana basale. Come la laminina, anche il perlecano interagisce con le integrine della membrana plasmatica delle cellule endoteliali.
Patobiologia dell'aterosclerosi I proteoglicani sono formati da uno scheletro proteico al quale sono legate le catene polisaccaridiche dei GAG solfatati (condroitinsolfato, dermatansolfato ed eparansolfato). I proteoglicani contenuti nella parete arteriosa sono sintetizzati da endotelio, cellule muscolari lisce e macrofagi e possono essere distinti, a seconda della loro localizzazione, in: interstiziali (versicano, decorina e biglicano, contenenti rispettivamente condroitinsolfato, condroitinsolfato e dermatansolfato, dermatansolfato); pericellulari (perlecano, contenente eparansolfato); cellulari (sindecano e glipicano, contenenti eparansolfato); questi ultimi sono inseriti nella membrana plasmatica. L'esame immunoistochimico dimostra che l'intima umana normale è particolarmente ricca in versicano, che è sintetizzato principalmente da cellule muscolari lisce intimali.
Patobiologia dell'aterosclerosi 1) Nel caso delle funzioni strutturali, i proteoglicani si legano elettrostaticamente con gli altri componenti della ECM e ne organizzano e stabilizzano la struttura, poiché connettono tra loro acido ialuronico, proteine fibrose e glicoproteine filamentose. La grande molecola del versicano lega l'acido ialuronico e forma l'impalcatura di base della matrice ECM; le piccole molecole di decorina e biglicano modulano lo spessore delle fibre collagene; il perlecano pericellulare partecipa alla composizione della membrana basale. Grazie alle numerose cariche negative, i proteoglicani trattengono acqua e ioni così da generare, insieme all'acido ialuronico, un gel che riempie l'intero spazio subendoteliale, nel quale sono immerse le glicoproteine e le fibre collagene ed elastiche. Questo gel resiste alle forze compressive della pressione arteriosa e funziona da filtro per le molecole che diffondono dal sangue: con le macromolecole dell'ECM vengono infatti in contatto le lipoproteine plasmatiche che dal sangue penetrano nell'intima.
Patobiologia dell'aterosclerosi 2) Le funzioni biologiche dei proteoglicani dipendono dal fatto che essi modulano alcuni processi cellulari (adesione, migrazione e proliferazione), sia interagendo direttamente con recettori cellulari (funzione di segnale), sia legando citochine e fattori di crescita (funzione di serbatoio): il versicano trattiene queste sostanze nella ECM, mentre il perlecano e i proteoglicani di membrana le concentrano nelle immediate vicinanze delle cellule. In seguito alla degradazione da parte delle metalloproteasi della matrice (MMP: "matrix metalloproteinases"), i proteoglicani (soprattutto biglicano e decorina) rilasciano le sostanze a sé legate e liberano propri frammenti peptidici capaci di avviare una reazione infiammatoria. Tali frammenti funzionano infatti come segnali di pericolo (DAMP: "damage-associated molecular patterns") e attivano i recettori PRR ("pathogen recognition receptors") esposti sulle cellule dell'immunità innata.
Tonaca intima L'endotelio è formato da cellule appiattite, poligonali e allungate nella direzione della corrente sanguigna. Le cellule sono congiunte tra loro mediante giunzioni occludenti e giunzioni comunicanti (gap junction). Nelle arterie post mortem lo strato endoteliale è corrugato, perché in tal modo è in grado di sostenere gli sforzi dovuti a dilatazioni rapide e ripetute del vaso, tipiche del sistema arterioso. Tra le numerose funzioni dell'endotelio (mediazione dello scambio di metaboliti tra sangue e parete vasale, controllo del tono vasale, azione trofica sulle cellule vasali, regolazione dell'emostasi e dell'infiammazione) vi è quella di sintetizzare componenti della matrice extracellulare (ECM), quali collageno IV, laminina e perlecano. La superficie basale delle cellule endoteliali possiede recettori per le proteine della ECM e grazie a tali interazioni le deformazioni della parete vasale indotte dalle forze meccaniche (pressione arteriosa) possono essere trasmesse direttamente all'endotelio (vedi Patobiologia dell'aterosclerosi - Endotelio e stress emodinamici).